Dati Tecnici e ubicazione: La centrale brucerà carbone importato dall’Ucraina per produrre fino a 800 megawatt di energia. Il carbone sarà trasportato via nave sul Danubio per poi raggiungere la “tax free zone” di Galati, nelle estreme propaggini orientali della Romania, a due passi dal confine con Ucraina e Moldavia. Operando in quel territorio, l’Enel avrà quindi la possibilità di godere di considerevoli agevolazioni fiscali.
Impatti ambientali ed economici
La centrale dovrebbe sorgere a pochi chilometri di distanza dalla riserva naturale di Natura 2000, la quale detiene lo status di parco nazionale e sito comunitario. Inoltre nella città di Galati sono già molto elevati i casi di bambini asmatici, a causa dell’alto livello di inquinamento provocato dalla decennale attività della Sidex, un’acciaieria dell’indiana Arcerol Mittal. Un problema che la centrale a carbone non farà altro che esacerbare.
Il controverso iter della licenza ambientale
L’Enel ha sottomesso una prima richiesta di licenza ambientale nel maggio del 2009. Dal momento che il progetto avrà degli impatti transfrontalieri, le autorità moldave e ucraine hanno subito reso nota l’intenzione di organizzare dibattiti pubblici in merito alla questione.
In un primo momento qualsiasi autorizzazione era stata subordinata all’approvazione da parte dell’associazione dei pescatori locali, che però è apparsa fin dal primo momento contraria. Questa “clausola” è di fatto ben presto decaduta allorché le autorità locali nel luglio del 2011 hanno concesso il cambio della destinazione d’uso dell’area da “destinata a uffici e altre attività” ad “area per finalità industriali”, prevedendo quindi la possibilità di realizzare un impianto come quello proposto dall’Enel.
Nel novembre del 2011 in Romania si è poi tenuta una consultazione pubblica a cui hanno partecipato esponenti delle autorità e della società civile. Il Consiglio Scientifico della Riserva di Natura 2000, che può contare tra i suoi membri rappresentanti del ministero dell’Ambiente, dall’Accademia Rumena e di varie università, ha manifestato la sua avversione alla realizzazione dell’opera.
Lo scorso febbraio l’Enel ha presentato il suo studio sugli impatti ambientali ed è attualmente in attesa di una risposta formale.