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Palo Viejo – Guatemala

Nome del conflitto: Palo Viejo

Dove: Dipartimento del Quichè, Guatemala

Attori: L’impianto idroelettrico di Palo Viejo è un progetto di Enel Green Power realizzato attraverso la sussidiaria locale Renovables de Guatemala dentro un latifondo privato, la Finca San Francisco, che continua a sottrarre terre alle comunità locali. Recentemente la comunità contadina di El Regadio, con l’aiuto dei legali di Via Campesina, ha recuperato la terra che le apparteneva tradizionalmente. Le comunità indigene di San Juan Cotzal chiedono all’impresa il 20% degli utili generati dall’impianto e la riparazione di tutti i danni provocati alle comunità impattate dalla cantierizzazione dell’area.

Cosa sta accadendo: Le comunità Ixil, quasi nella loro totalità, hanno partecipato alla lotta rivoluzionaria che ebbe luogo a partire dalla metà del secolo scorso. Sono stati vittime di 114 massacri, di genocidio ed etnocidio, da parte dello Stato guatemalteco, fino agli accordi di pace nel 1996. Oggi la maggior parte della comunità è rappresentata dai sopravvissuti dei massacri politici.

Il progetto consiste nella generazione di energia elettrica a partire dalla forza idraulica dei fiumi Cotzal, Chipal, Regadio ed Escondido e dovrebbe generare fino a 84 MW. L’impianto è situato  all’interno della Finca San Francisco, un’immensa piantagione di caffè gestita dall’Agricola Cafetelera Palo Viejo. La finca appartiene alla famiglia Broll ed è stata messa insieme nel corso del secolo scorso attraverso la progressiva sottrazione di terre ai municipi limitrofi, alle comunità indigene e ai contadini. All’interno della finca si pratica ancora oggi il lavoro minorile ed  i lavoratori sono pagati tre euro ogni cento chili di caffè raccolto. Le comunità indigene non sono state consultate, come previsto dal diritto e dalle convenzioni internazionali, ed hanno cominciato un’opposizione al progetto a partire dal 2008.

A gennaio 2011 è stata bloccata la strada verso il cantiere, impedendo il transito ai camion dell’impresa. La risposta del governo è stata un’incursione militare dell’esercito che ha seminato il panico fra la popolazione e l’incriminazione di 9 leader indigeni. In seguito a questi episodi le comunità hanno avviato un dialogo con Enel che fino ad oggi non ha prodotto alcun risultato.

Pericoli per la popolazione: La regione del Quichè è ricca di risorse naturali che fanno gola alle multinazionali. La resistenza delle comunità ai progetti di sfruttamento è accompagnata da un clima di intimidazione permanente. Attorno al progetto si è creata una pericolosa alleanza tra governo, imprese e latifondisti. Le comunità vivono una situazione di insicurezza giuridica relativa all’uso della terra a causa della mancanza di titoli di proprietà collettivi e sono spesso minacciate dalle guardie armate della finca.   L’acqua del fiume Cotzal a valle dell’impianto è già pesantemente inquinata dai lavori di costruzione. Quando l’impianto sarà in funzione le comunità a valle non riceveranno più acqua.

Pericoli ambientali: Alterazione della qualità dell’acqua del bacino del fiume Cotzal e deperimento dell’ecosistema a valle.

Possibili soluzioni: L’impianto è già costruito ed il diritto di consultazione è stato violato. E’ necessario che impresa e governo riconoscano la legittimità politica delle istituzioni indigene ed i diritti ancestrali sul territorio delle comunità dando una risposta concreta alle richieste formulate e più volte trasmesse ai diversi attori in campo.

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  1. Campagna Stop Enel, Sabato 29 settembre a Civitavecchia l'assemblea nazionale della rete - Re:Common linked to this post on 2012/09/25

    […] all’acqua delle comunità contadine e dei popoli indigeni, come avviene nella regione Ixil in Guatemala, in Colombia e […]