Apprendiamo che Enel ha denunciato per diffamazione Giuseppe Merisio, attivista del Coordinamento “SOS Geotermia” e componente del PRC Amiatino, a seguito di un comunicato stampa, firmato da Giuseppe come membro del PRC Amiatino e ripreso dal “Corriere di Maremma”, in cui esprimeva, a nome del PRC Amiatino, i dubbi e le preoccupazioni sullo sfruttamento geotermico, la contrarietà alla costruzione della nuova centrale Bagnore 4 e proponeva invece di investire le risorse nella ricerca di fonti alternative, quale il fotovoltaico. Secondo Enel “riportava fatti contrari al vero nonché lesivi dell’immagine e dell’onorabilità della società istante”.
Commenta SOS Geotermia: “Ci sembra che l’Enel sia in grosse difficoltà, soprattutto dopo il ‘contraddittorio’ sulla VIA (valutazione di impatto ambientale) tenutosi in regione Toscana il 18 us, in cui i rappresentanti dei comitati e delle popolazioni amiatine hanno inchiodato, con domande puntuali e dettagliate, sia la stessa Enel che i rappresentanti istituzionali alle loro responsabilità in materia di salute in relazione all’attività geotermica”, messa alle corde è passata dunque alle vie di fatto.
Appare daltronde sempre più evidente come questa sia una prassi generalizzata dell’Enel e delle sue sussidiarie, di intimidire, minacciare, denunciare e far inquisire qualsiasi soggetto che diffonda anche soltanto informazione sulle nocività dei suoi impianti e progetti per la salute, per i territori, per la qualità e l’accessibilità all’acqua, sull’Amiata con quest’ennesimo atto di arroganza, come in Colombia dove EMGESA ha sollecitato alla procura di Huila l’apertura di un’inchiesta, e all’università Surcolombiana un’indagine disciplinare, ai danni del Professor Miller Armín Dussán Calderón per il suo lavoro incessante di controinformazione a fianco del movimento contro la costruzione della diga el Quimbo; come per la querela contro Greenpeace (anche in quel caso con l’accusa di diffamazione per “attività offensive per l’immagine e il decoro di Enel”) associata alla richiesta, rigettata dalla magistratura, di oscuramento del sito della campagna di GP “FacciamoLuceSuEnel”; come avviene in Guatemala, dove la complicità di governo locale e latifondisti consente ad Enel Green Power un clima di intimidazione permanente e rappresaglia verso la popolazione Ixil, colpita dalla costruzione della diga di Palo Viejo, ad opera delle forze dell’ordine e delle guardie private della finca.
La campagna nazionale “Stop Enel – Per un nuovo modello energetico”, nell’esprimere la totale solidarietà a Giuseppe Merisio e il pieno appoggio agli obiettivi del coordinamento amiatino “SOS Geotermia” condanna con fermezza l’operato di Enel, la sua crescente attitudine autoritaria di intimidazione alle comunità in lotta e i reiterati tentativi di mettere il bavaglio per vie legali a chi denuncia le nocività ambientali e sociali degli impianti e promuove un’alternativa sostenibile, in Italia come nel resto del mondo, nonché i rappresentanti istituzionali e le forze politiche che consentono e sostengono la repressione funzionale alla governance politica.
Non è spostando le vertenze sul piano giudiziario né con le rappresaglie che Enel metterà a tacere l’informazione sui rischi per la salute e per i territori e sulle sue attività illegali e criminali, che anzi non potrà che moltiplicarsi esponenzialmente, aggiungendo anche la denuncia per l’odiosa pratica di rifiutare persino la critica legittima e la libertà di opinione e d’informazione, né con tali metodi potrà arrestare le lotte che anzi vedono sempre più crescere e radicarsi ovunque i movimenti contro i progetti nocivi e devastanti e per un nuovo modello energetico sostenibile, basato sulle energie rinnovabili e che metta al centro i diritti umani, la difesa della salute dei cittadini e la difesa del territorio come bene comune.
Enel, invece di denunciare attivisti e cittadini, rispetti le rivendicazioni delle comunità locali in Italia e a livello internazionale, metta a norma gli impianti inquinanti, rinunci ai progetti nocivi e distruttivi e investa per l’uscita dal ciclo fossile in energie rinnovabili compatibili con la tutela della salute, dell’ambiente e della vita!
Vale la pena ricordare che 13 dirigenti Enel sono stati recentemente rinviati a giudizio per attività relative alla centrale a carbone Federico II di Cerano, a pochi chilometri da Brindisi, “imputati per aver, in concorso tra loro, dal 2000 sino ad agosto 2011, ognuno per la propria funzione, partecipato a un medesimo disegno criminoso, avendo scaricato, trasportato e stoccato milioni di tonnellate di carbone in un il carbonile scoperto…(fonte la Repubblica)”, a riprova che spesso le denunce di comitati e movimenti, che Enel chiama diffamazione, si rivelano poi materia per indagini della magistratura per gravi violazioni delle normative ambientali e della sicurezza sul lavoro.
Solidarietà per Giuseppe e per tutto il coordinamento SOS Geotermia!
NO alla criminalizzazione dei movimenti!