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Porto Romano – Durres (Albania)

Nome del conflitto: Porto Romano

Dove sta avvenendo: Durres, Albania

Cosa sta accadendo: nel mese di dicembre del 2007 con un “memorandum of understanding” (MoU) siglato fra il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Energia albanese e l’ad di ENEL Fulvio Conti veniva definita la partecipazione dell’azienda italiana al piano di sviluppo del settore energetico albanese. Stando ai termini del MoU, ENEL si impegnava nella realizzazione di una centrale a carbone sul territorio albanese e di una rete di trasmissione sottomarina verso l’Italia. Nel mese di maggio del 2008 veniva rilasciata dalla compagnia di consulenza  Landell Mills una valutazione degli impatti ambientali (VIA)  per il distretto industriale di Durres che prendeva in esame diversi scenari per gli impianti da realizzare (sottointendendo come uno specifico impianto non fosse stato ancora preso in esame). Sorprendentemente, solo un mese dopo la pubblicazione della VIA, l’ENEL annunciava il suo progetto per una centrale termoelettrica a carbone in Albania. A settembre dello stesso anno il progetto veniva inserito in uno studio di valutazione tecnica governativo per il complesso energetico di Porto Romano. Poco dopo Enel organizzava una consultazione pubblica nel villaggio di Katund i Ri situato nella zona limitrofa all’area di Porto Romano, nella provincia di Durres. Secondo il progetto della compagnia italiana la centrale a carbone consisterebbe in due unità ultra-supercritiche alimentate a carbone da 800 MW, accompagnata dalla costruzione di un molo per l’approvvigionamento di carbone (sudafricano) via mare, di una rete di trasmissione sottomarina di collegamento con l’Italia e di un allaccio alle sottostazioni di Tirana.

Pur in assenza di delibere e provvedimenti attuativi da parte dell’esecutivo sul progetto, il Governo albanese ha già indicato il proprio sostegno alla realizzazione di un collegamento ferroviario fra il parco energetico e la rete ferroviaria nazionale. Il progetto ha ricevuto una forte opposizione da parte di gruppi ambientalisti albanesi e delle comunità locali. Ekolevizja, una rete di realtà ambientaliste albanesi, evidenziato come le consultazioni pubbliche sulla nuova centrale termoelettrica si siano tenute nel solo villaggio di Katundi i Ri. Conseguentemente il Ministero dell’Ambiente albanese ha esteso le consultazioni all’intera area di Durres e alle comunità di Manze, Sukht e Ishem.

La maggior parte delle persone coinvolte negli incontri pubblici ha manifestato la propria contrarietà al progetto per la sua eccessiva dimensione, per l’uso di carbone come combustibile e per l’inadeguatezza del sito. Un’analisi indipendente commissionata da Ekolevizja ha rilevato almeno 25 omissioni e manchevolezze nella VIA ufficiale: scarsa considerazione per gli scenari energetici alternativi al ricorso al carbone, analisi inadeguata delle emissioni di diossido di carbone, totale assenza di un’analisi degli impatti socio-economici del progetto e di un piano di monitoraggio.

La perizia indipendente e l’opposizione delle comunità locali hanno spinto la Municipalità di Durres a schierarsi ufficialmente contro il progetto nell’Aprile del 2009.

Pericoli per la popolazione e per l’ambiente: l’area di Porto Romano, utilizzata sin dall’epoca dei governi comunisti come area di stoccaggio di materiali e scarti chimici di produzione è stata inserita dall’Environment Programme delle Nazioni Unite tra i cinque siti più inquinati dell’Albania. La stessa VIA commissionata dall’ENEL evidenzia come già attualmente l’inquinamento atmosferico dell’area di Durres superi di gran lunga gli standard nazionali. Un livello solo peggiorabile dalla realizzazione di una nuova centrale. La costruzione dell’impianto rappresenta dunque una serie minaccia per la salute delle comunità locali (si pensi all’erosione del carbone e calcare dismesso stoccato in pile da 220mila tonnellate all’aria aperta con dubbia dismissione via mare e al rischio di penetrazione di polveri inquinanti nelle falde sotterranee), mette a rischio la sopravvivenza di ecosistemi costieri e del complesso archeologico – monumentale ellenistico e romano nell’area limitrofa al sito individuato.

Possibili soluzioni: la centrale di Porto Romano non è stata ancora realizzata e vanno intrapresi tutti gli sforzi (pressione politica e sensibilizzazione a livello nazionale e internazionale) per far venire meno il sostegno del governo albanese al progetto, ribadendo la necessità che venga prestata maggiore attenzione all’efficienza energetica e al ricorso a un modello di sviluppo energetico sostenibile che consideri come prioritarie le fonti rinnovabili e osservando come al fine di soddisfare la domanda energetica nazionale non si debbano inseguire investitori internazionali troppo spesso interessati all’esportazione dell’energia prodotta verso nazioni in cui la produzione non potrebbe essere profittevolmente avviata per il superamento delle quote di emissione fissate dal protocollo di Kyoto.

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